La storia di cucito di questo mese è quella di Laura Bandoni aka @lallabysews . Laura è toscana e vive a Berlino. Ha il cucito nel sangue ed è cresciuta in una famiglia di artigiani: nonna sarta professionista, madre magliaia e ricamatrice, padre marmista. Fin da bambina è sempre stata affascinata dai lavori manuali. Ha iniziato con il cucito creativo per passare poi al cucito di abbigliamento, circa 12 anni fa. Da allora Laura si cuce i propri vestiti.
Ecco la sua storia di cucito 🤗
Ciao, presentati!
Ciao, mi chiamo Laura, sono toscana, di Lucca, ma vivo a Berlino da diversi anni dove lavoro nel turismo e talvolta come insegnante di italiano.
Come, quando e perché hai iniziato a cucire?
Da piccola facevo da assistente a mia nonna Iolanda, sarta di professione. Chiaramente per me era un gioco, la aiutavo ad attaccare i bottoni, a scegliere le stoffe e mi divertivo a cucire a mano i ritagli di stoffa avanzati da regalare ad amichetti e parenti, che però non sembravano apprezzare molto. Nonna Iolanda mi ha insegnato a riconoscere le stoffe, il dritto dal rovescio, le belle rifiniture, a non pungermi con gli spilli e i tanto amati/odiati punti lenti! Sono cresciuta in una famiglia di artigiani, mio padre marmista, mia madre magliaia e ricamatrice, e fin da bambina sono sempre stata affascinata dai lavori manuali. Ho iniziato con il cucito creativo a mano, soprattutto piccole decorazioni in pannolenci, mentre a cucire abiti molto più tardi, circa 12 anni fa. Quello che vedevo nei negozi non mi convinceva più, i materiali erano di scarsa qualità e le rifiniture pessime. Mi piaceva l’idea di poter scegliere la stoffa e il modello per creare uno stile tutto mio e un guardaroba sostenibile. Non potendo più contare sui preziosi consigli di mia nonna, avevo deciso di frequentare un corso di cucito organizzato da un’adorabile signora del mio paese che cuciva per passione, e da lì non mi sono più fermata.
Qual è il primo capo che hai cucito? Com’è andata?
Il primo progetto di cucito è stato un vestito stile anni 50 con gonna a faldoni e un corpetto smanicato. Ci ho messo molto a finirlo, anche per colpa dei punti lenti che mi aveva insegnato mia nonna…Ricordo la difficoltà nell’attaccare la cerniera e applicare lo sbieco. Ho scucito e ricucito un’infinità di volte ma alla fine la soddisfazione è stata tanta e finalmente ho indossato, con tanto orgoglio, un abito fatto tutto da me.
Qual è il capo che hai cucito a cui sei più legata? Perchè?
Direi i primissimi capi, imperfetti ma realizzati con dedizione ed entusiasmo.
E il capo più difficile che hai cucito? Perché è stato difficile?
Un completo con gonna a tubino e casacchina a manica lunga con volant in vita. Quella volta ho avuto difficoltà a cucire il tipo di tessuto, un bellissimo scampolo in pura lana di Luciano Soprani, nero a pois bianchi, che però si sfilacciava facilmente ed essendo alle prime armi, ho rischiato di rovinarlo.
Quando e dove cuci?
Sogno una stanza del cucito, e so esattamente come la vorrei, ma al momento devo accontentarmi di un piccolo spazio che mi sono ritagliata in camera da letto, dove però riesco a farci stare tutto ciò che mi occorre. Di solito cucio la sera durante la settimana, metto della buona musica o podcast, e non ci sono più per nessuno.
Quante e quali macchine hai?
Ne ho due: una Brother XN2500 e da poco una tagliacuci Juki MO4S.
Scegli prima il tessuto o il cartamodello? Cartamodelli in taglie o disegni tu i tuoi capi?
Dipende, a volte mi innamoro del tessuto e poi mi metto alla ricerca del modello da realizzare, altre volte succede l’esatto contrario. Scelgo quasi sempre cartamodelli in taglie, mi piacciono molto quelli di designer indipendenti, e disegno alcuni capi solo se semplici. Nei miei progetti c’è sicuramente quello di imparare a disegnare in maniera professionale i miei abiti.
L’errore di cucito più clamoroso e la lezione che hai imparato?
Difficile sceglierne uno in particolare. Un grande classico è scegliere una stoffa non adatta al progetto che avevo in mente. Quando ad esempio ho scelto un cotone non elasticizzato per una T-Shirt…Dalla troppa fretta è capitato davvero di tutto: cerniere attaccate al contrario, sforbiciate involontarie su una stoffa di seta, scucirino usato dal verso sbagliato rovinando stoffe e asole. È il mestiere che entra!
Il cucito per me è sì creatività, ma anche disciplina e accettazione: si impara dagli errori, si accettano e poi si va avanti, con pazienza, calma e tenacia. Può essere molto frustrante dover ricominciare da capo un lavoro di ore, ma ne vale la pena.
Cuci solo per te o anche per altri?
Cucio sempre per me e per gli altri se voglio fare dei regali. Due mie carissime amiche stanno ancora aspettando le gonne che gli ho promesso 10 anni fa.
In cosa il cucito ti ha cambiato la vita?
Negli anni mi sono avvicinata a molti hobby, che ho abbandonato e ripreso saltuariamente, ma al cucito sono sempre rimasta fedele; ha un vero e proprio potere terapeutico, mi rilassa, mi mette di buon umore, mi insegna ad essere paziente, a dare valore ai capi che indosso e a trattarli estrema con cura.
Da quando cuci è cambiato il tuo modo di fare acquisti/shopping? Se sì come?
Non sono mai stata una fanatica dello shopping, ma anni fa anche io ho subito il fascino del fast fashion e delle T-shirt in cotone biologico a 5 Euro. Sicuramente da quando cucio acquisto meno e in modo molto più consapevole. Ho avuto la grande fortuna di indossare i maglioni fatti a mano da mia mamma, da piccola i vestiti cuciti dalla nonna e so il lavoro che c’è dietro.
A Berlino ci sono molti negozi vintage e di seconda mano dove mi piace acquistare dei capi per poi modificarli, adattarli a me o recuperare i tessuti, spesso di alta qualità, per altri progetti di cucito. Fortunatamente adesso, anche grazie alla divulgazione sui social, si parla molto di sostenibilità e possiamo informarci su come e dove vengono prodotti i capi che troviamo nei negozi, le condizioni di lavoro nelle fabbriche e capire perché quella T-shirt in cotone biologico costa solo 5 Euro. Sono tematiche che mi stanno molto a cuore e cerco di documentarmi il più possibile leggendo libri, articoli e guardando documentari. A tal proposito mi sento di consigliarvene alcuni: “The true cost”, “Riverblue”, “China blue” e “Stracci”; quest’ultimo molto interessante sulla tradizione pratese del riuso dei tessuti. Se siete amanti dei podcast da ascoltare mentre cucite: “Solo Moda Sostenibile”, “Conscious Chatter” e “Wardrobe crisis”.
Un libro di cucito e di storia della moda che ci consigli di leggere?
Un libro che trovo molto carino e utile è “Guida completa alle tecniche di sartoria” (Edizioni Il Castello). Per le letture sulla moda: “Storia della moda” (Edizioni Skira), “Instant moda” di Andrea Batilla e infine “Fashionpedia”, un bellissimo dizionario visuale della moda, con tutti i termini tecnici di settore.
Che consiglio/consigli daresti a chi vuole iniziare a cucire?
Consiglio di cominciare da progetti molto semplici che si realizzano in pochi passaggi e che danno un’enorme soddisfazione fin da subito. Il cucito richiede molta pazienza, quindi non bisogna avere fretta di cucire tutto subito e bene. Consiglio inoltre di avere il coraggio di abbandonare i punti lenti, salvo rare eccezioni, come ho fatto io.
Qual è il tuo prossimo progetto di cucito?
Con l’auspicio che quest’anno l’estate arrivi anche a Berlino, vorrei cucire dei pantaloni in lino color arancio a vita alta e finire un vestitino iniziato tempo fa con gonna e maniche a tulipano. Se me lo chiedi domani, i miei prossimi progetti di cucito saranno altri ancora.
Trovi Laura su:
Leggi tutte le altre STORIE DI CUCITO >>>
2 comments
BELLISSIMA intervista brava LAURA BANDONI 🥰
Grazie mille Antonella 🙂