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Storie di cucito: intervista a Paola

by Ladulsatina
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La storia di cucito di questo mese è quella di Paola Maestrone @paolamaestrone . Paola è cresciuta con una mamma sarta e grazie a lei e alle sue nonne si è appassionata di maglia, ricamo e ovviamente cucito. Ricama da quando ha 15 anni e verso i venti anni ha frequentato un corso di cucito. Circa 15 anni fa ha iniziato a cucire capi per se stessa e per la propria famiglia. Mi piace molto l’abitudine di Paola di dare un nome a ogni capo che cuce!

Ecco la sua storia di cucito, buona lettura 🤗


Ciao, presentati!

Ciao, mi chiamo Paola, ho 60 anni sposata da 25, abito a Robbio una cittadina in provincia di Pavia in mezzo alle risaie.
Nella vita faccio la moglie e lavoro come impiegata.
Nel tempo libero mi dedico alle mie passioni: camminare in aperta campagna, andare in bicicletta, viaggiare, e quando voglio veramente rilassarmi allora mi chiudo nella mia cameretta davanti alla macchina da cucire e con ago, filo e stoffa mi dedico al cucito.
Sono cresciuta in una casa dove aghi, fili, forbici, e bottoni facevano parte dell’arredo.
Mia mamma era una sarta e cuciva per tutta la famiglia, le mie nonne erano molto brave con il lavoro a maglia e il ricamo, e io come potevo non appassionarmi a questi lavori?
Ricordo che a 15 anni iniziai a ricamare delle tovagliette per la colazione a punto erba, catenella, con i disegni decalcabili di “Mani di Fata” che mia mamma mi comperava in edicola. Successivamente mi sono dedicata all’uncinetto poi al lavoro a maglia. Ma il mio hobby preferito era il ricamo a punto croce e il punto intaglio. Ho veramente ricamato di tutto, dalle presine, ai corredini per i miei nipoti, tovaglie, asciugamani e parte del mio corredo da sposa.

Come, quando e perché hai iniziato a cucire?

Credo di aver iniziato a cucire più per una sfida con me stessa.
Finite le scuole superiori mia mamma mi consigliò di fare un corso di taglio e cucito, perché diceva che poteva sempre essere utile saper cucire almeno un orlo e attaccare un bottone e così mi sono iscritta alla scuola “Le Grand Chic”, all’epoca facevano dei corsi serali in alcune città. Li imparai anche un po’ di  modellistica, ricordo di essermi cucita il primo completo Chanel. Era in lana piede de poule giallo e nero con dei bellissimi bottoni in oro, a seguire una camicetta per mia sorella, dove applicai alla lista abbottonatura un ricamo a punto croce. Ma da lì a che il cucito diventasse una vera passione passarono ancora molti anni e molte crocette del mio amato ricamo. Finché un giorno, circa 15 anni fa, mi capitò tra le mani uno dei tanti Burda che giravano per casa.
Sfoglia, guarda, pensa e ripensa, mi dissi che se avessi voluto sarei riuscita a cucirmi qualcosa e allora perché non provare?

Qual é il primo capo che hai cucito? Com’é andata?

Ricordo che il primissimo abito cucito da me era un semplicissimo vestito blu in cotone. Allo scollo avevo cucito delle perline per renderlo prezioso e lo chiamai “Giuditta”. Mi piaceva andare in ufficio con quel vestito e ne andavo orgogliosa perché l’avevo cucito con le mie mani.

Qual é il capo che hai cucito a cui sei più legata? Perchè?

Sicuramente i vestitini per le mie pro nipoti, anche se credo che ogni capo che ho cucito, indipendentemente da come sia venuto, abbia qualcosa da raccontare e senz’altro mi ricorderà per quale evento l’avevo confezionato. In ogni caso quando un capo che ho cucito finisce la sua vita non me ne disfo mai, li conservo insieme a quelli che mi aveva cucito la mia mamma, in una scatola.

E il capo più difficile che hai cucito? Perché è stato difficile?

Sicuramente lo chemisier, ma non direi che è stato difficile, è stato impegnativo, è stato un “Sogno”, proprio come il nome che ho dato a questo capo. Ho sempre sognato di poter un giorno indossare uno chemisier, ma nei negozi non trovavo mai quello adatto a me finché un giorno su Instagram Lorena di @lorena_fa_a_man_casa disse che avrebbe fatto un workshop per cucire uno chemisier. Ho accettato subito, adoro questi abiti e da sola non sarei mai riuscita.
Lì ho imparato veramente tante tante cose sul cucito e poi con la pazienza e la simpatia di Lorena è stato anche divertente. Una volta terminato mi sembrava un sogno essere riuscita a cucire un vestito così bello e realizzato in modo impeccabile!
Utilizzo ancora i video del workshop per altri progetti.

Paola indossa lo chemisier che si è cucita.

Quando e dove cuci?

Mi ritengo molto fortunata, ho una cameretta tutta per me, dove posso progettare, tagliare e cucire a mio piacere. Cucio appena ho un po’ di tempo nei weekend oppure la sera per rilassarmi, dopo il lavoro in ufficio.

Quante e quali macchine hai?

Ho una macchina da cucire Necchi 209, meccanica di circa 12 anni, e una taglia cuci Singer acquistata al supermercato Lidl su consiglio di Ilaria di @appesoaunfilo che ringrazio perché diversamente non l’avrei mai avuta. Successivamente con il corso “Impara a usare la taglia cuci” di Cucito Espresso mi si è aperto un mondo!

Scegli prima il tessuto o il cartamodello? Cartamodelli in taglie o disegni tu i tuoi capi?

Normalmente acquisto prima il tessuto perché, vuoi il colore, vuoi la fantasia, c’é sempre qualcosa che mi colpisce e da lì cerco di immaginarmi il progetto… giacca, blusa, abito. Ho veramente una bella scorta di stoffa, perché oltre ai tessuti acquistati da me, ne ho parecchi regalati da conoscenti, che me li donavano quando dovevano svuotare i bauli dei ricordi e sapevano del mio hobby, e quindi del buon uso che ne avrei fatto. Sono tutti tessuti bellissimi: lane, cotoni, lini, quelli di una volta che ora non si trovano più.
Utilizzo cartamodelli pronti, i miei preferiti sono sempre Burda Style e Burda Easy. Ho acquistato parecchi cartamodelli di Elisa @mammaconstoffa per imparare a cucire il jersey, infatti ho cucito qualche capo per le mie pronipoti e una tuta per me.

Paola indossa un abito che si è cucita tratta da un modello di Burda Style.

L’errore di cucito più clamoroso e la lezione che hai imparato?

Si dice che gli errori, gli sbagli, servono per crescere, infatti da quella volta ho capito che la fretta è una cattiva consigliera perché è stato veramente un danno irreparabile. Mi ero cucita un bellissimo completo abito e giacca, con un tessuto in lana  molto bello. Durante le rifiniture in taglia cuci non ho sistemato bene il tessuto e ho tagliato un pezzo dell’abito. Quel danno mi è veramente servito da lezione.

Cuci solo per te o anche per altri?

Cucio solo per me e per i miei familiari, non amo cucire per altri perché so che non avrei le stesse soddisfazioni che mi danno i mie nipoti o mia sorella. 

In cosa il cucito ti ha cambiato la vita?

Il cucito è diventato la mia terapia. Quando ho bisogno di staccare la spina, di ricaricarmi, è qui, tra i colori dei tessuti, i modelli, le riviste, il suono della macchina da cucire, che inizio a respirare!

Da quando cuci è cambiato il tuo modo di fare acquisti shopping? Se sì, come?

Faccio più attenzione ai tessuti, alla loro composizione, alle rifiniture dei capi, ma lo shopping e i capi belli mi piacciono sempre molto.

Un libro di cucito che ci consigli di leggere?

Ho letto e sto leggendo molti libri a tema cucito, tutti molto belli, non saprei quale consigliare.
Per quanto riguarda i manuali di cucito invece trovo molto utile il manuale di Burda.

Che consiglio daresti a chi vuole iniziare a cucire?

Consiglio di provare, di buttarsi e fare corsi. Personalmente avessi saputo che il cucito mi avrebbe dato tutte queste soddisfazioni, avrei sicuramente intrapreso prima questa strada. Ho fatto parecchi corsi online e ho conosciuto persone meravigliose, ho imparato tanto e di tutto un po’.

Il primo corso che ho acquistato è stato il tuo: “Impara a usare la taglia cuci” grazie al quale mi si è aperto un mondo fantastico. Se non lo avessi fatto la taglia cuci non l’avrei mai utilizzata. A seguire ho acquistato tutti gli altri tuoi corsi di Cucito Espresso, è sempre un piacere seguirti per come sei, paziente e spieghi in modo semplice [grazie di cuore Paola per queste parole ❤️]

Qual è il tuo prossimo progetto di cucito?

Non ho un progetto in particolare, ma ho un sogno nel cassetto, che spero, come tanti capi che piano piano ho cucito, forse un giorno indosserò… un cappotto fatto con le mie mani.


Grazie Paola!

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