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Storie di cucito: intervista a Barbara Colombo | bybarb

by Ladulsatina
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La storia di cucito di questo mese è quella di Barbara Colombo @_bybarb_ . Barbara ha iniziato diversi anni fa con il ricamo, ha scoperto il patchwork all’età di circa 30 anni, per poi proseguire con la modellistica e confezione di capi su misura verso i 45 anni, arrivando a conseguire il diploma in sartoria professionale dopo aver frequentato un corso professionale di 4 anni. La specialità di Barbara è il punto smock, una tecnica di ricamo che serve per arricciare i tessuti creando al contempo un motivo decorativo ricamata appunto.

Ecco la sua storia di cucito 🤗


Ciao, presentati!

Mi chiamo Barbara, ho 53 anni e sono mamma di tre ragazzi: un maschio di 26 anni e due gemelle di 22.

Ho lavorato da giovane come impiegata commerciale e da subito, quando avevo circa 16 anni, il ricamo è diventato il mio hobby preferito.

Barbara con un completo che si è cucita.

Come, quando e perché hai iniziato a cucire?

L’attività di cucito è stata sempre presente nella mia vita. Sono partita con il ricamo, come dicevo, ho continuato il cucito a macchina quando ho scoperto il patchwork all’età di circa 30 anni, per poi proseguire con la modellistica e confezione di capi su misura verso i 45 anni, arrivando a conseguire il diploma in sartoria professionale dopo aver frequentato un corso professionale di 4 anni.

Qual è il primo capo che hai cucito? Com’è andata?

Il primo capo in assoluto che ho cucito è stato un abito piuttosto semplice, taglio dritto, maniche lunghe con volant.

La confezione in sé non è stata particolarmente difficoltosa. Il vero problema è stata la scelta del tessuto. Averlo scelto a quadri principe di Galles non è stata una brillante idea! I quadri vanno fatti combaciare e questa è un’operazione piuttosto complicata se non si ha esperienza.

Qual è il capo che hai cucito a cui sei più legata? Perchè?

Il capo al quale sono più legata è anche quello che mi ha dato più filo da torcere, ma nonostante le difficoltà riscontrate, mi ha reso molto orgogliosa.

Parlo del capo che ho realizzato per l’esame di fine corso di modellistica. Si tratta di un cappotto in lana spigato fatto interamente da zero sulle mie misure. Prima ho disegnato il cartamodello, poi ho confezionato tutto da sola. La particolarità di questo cappotto sta nell’avere delle applicazioni ricamate a mano con filato di lana Mohair su una base diorganza (anche questo passaggio è stato difficile per l’utilizzo di materiali in contrasto tra loro).

Quando e dove cuci? Quante e quali macchine hai?

Col passare degli anni la mia passione per il cucito è diventata un lavoro. Ho lavorato per circa 10 anni per un brand di abbigliamento per bambini con sede a Milano e Londra. L’attività principale è stata quella di ricamare a punto smock abitini e tutine per i più piccoli.

Per questo motivo mi sono creata in casa un locale, di medie dimensioni, nel quale posso lavorare tranquillamente in qualsiasi momento della giornata.

Qui trovano spazio le mie macchine da cucire: una Jack industriale, una Pfaff elettronica domestica, una Brother meccanica (che però non uso più) ed una tagliacuce Pfaff.

Scegli prima il tessuto o il cartamodello? Cartamodelli in taglie o disegni tu i tuoi capi?

Nella maggior parte dei casi i cartamodelli li disegno da zero, sia per me che per gli altri. Capita però a volte di fare qualche cartamodello in taglia già pronto.

L’errore di cucito più clamoroso e la lezione che hai imparato?

Come dicevo prima , lo sbaglio che mi ha insegnato di più è stato utilizzare un tessuto a quadri non avendo la sufficiente esperienza per gestirlo nel modo giusto.

Questo errore mi ha fatto capire che, prima di confezionare un capo, vanno valutati con attenzione tutti gli aspetti.

In cosa il cucito ti ha cambiato la vita?

I primi anni di lavoro come impiegata sono stati molto ‘normali’ , nel senso che lo consideravo una cosa da fare per poter avere uno stipendio per vivere.

Con il cucito invece, da quando è diventato un vero e proprio lavoro, ho capito che se si ha la possibilità di fare ciò per cui si è appassionati, ci si diverte ed è come non lavorare. Cucire di soddisfa, mi appaga, mi rende orgogliosa e realizzata: mi ha letteralmente cambiato la vita!

Da quando cuci è cambiato il tuo modo di fare acquisti/shopping? Se sì come?

Da quando cucio i miei capi non faccio più molto shopping. Acquisto poche cose, ma le cerco prestando attenzione alle rifiniture, ai materiali, al prezzo, ecc.

Non mi piace il fast-fashion, perché so come viene fatto. Se devo acquistare qualcosa, lo prendo di qualità: poche cose , ma buone.

Un libro di cucito che ci consigli di leggere?

Un libro ci cucito che ho letto e mi è piaciuto molto è ‘ La ricamatrice di Winchester’ di Tracy Chevalier, anche se più che dicucito vero e proprio parla di ricami, comunque lo consiglierei.

Che consiglio/consigli daresti a chi vuole iniziare a cucire?

Un altro consiglio che darei è destinato a chi decide di cominciare a cucire. Ogni volta che si procede con un progetto, raccomando di tagliare tutti i pezzi da assemblare in modo da procedere con la cucitura avendo tutto a disposizione. Ma soprattutto prima di tagliare, misurare più e più volte!!

Qual è il tuo prossimo progetto di cucito?

Il mio prossimo progetto è un completo pantalone e gilet in lino che realizzerò con cartamodelli fatti da me sulle misure.

Ma in realtà il mio progetto imminente più importante è quello di riuscire a cucire il più possibile ora che sono ancora in grado di farlo. Dico questo perchè di recente , qualche mese fa, mi è stata diagnosticata la malattia di Parkinson. Sto pian piano metabolizzando la situazione e il cucito è una delle armi ( di pari passo con l’attività sportiva che pratico attualmente ) che mi aiuterà a reagire e ad andare avanti.


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