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Storie di cucito: intervista a Alessandra

by Ladulsatina
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La storia di cucito di questo mese è quella di Alessandra @sghembetto . Alessandra vive in Spagna ed è ricercatrice in chimica all’Università. Ha iniziato a cucire abbigliamento da autodidatta, imparando a cucire online durante il lockdown.

Ecco la sua storia di cucito! Buona lettura 🤗


Ciao, presentati! 

Sono Alessandra, vengo dal nord Italia ma sono un po’ vagabonda e ora mi trovo in spagna. Ho 30 anni e di giorno sono ricercatrice in chimica all’Università.

Come, quando e perché hai iniziato a cucire?

Ho iniziato un po’ per scherzo quando è nato il mio primo nipote, volevo fargli un peluche ma non sapevo nemmeno accendere la macchina da cucire. Ho comprato il cartamodello e con tutta sorpresa non mi spiegava tutto per filo e per segno come si cuciva un pelouche (ma va?)… diceva cose strane tipo “sorfila con zigzag”. In qualche modo poi ho fatto, e il destinatario non si è lamentato (non per il peluche almeno). Autodidatta 100% quindi. Mi piacerebbe poter raccontare la storia della nonna che mi ha insegnato e a cui chiedere quando ho dei dubbi, ma non è così. Dico sempre che mia nonna è YouTube (con buona pace della nonna – che ha lasciato l’eredità di saper lavorare ai ferri solo a mio fratello). 

Qual è il primo capo che hai cucito? Com’è andata?

Alla sartoria mi sono approcciata durante il lockdown, pochi mesi dopo quel primo peluche. Ho fatto tutto male: ho preso una stoffa sintetica e scivolosissima che avevano in casa mie zie (era ancora tutto chiuso), ho scaricato un cartamodello gratuito che avesse un video tutorial (avevo imparato dal mio errore col peluche) e c’ho provato. Peccato fosse tutto in spagnolo, e diciamo non proprio un capo base: attaccare lo sbieco è stato un incubo, quasi quanto capire che nel video stava dicendo la parola “sbieco” in spagnolo senza nemmeno saperla in italiano. Maglia mai indossata ovviamente.

Qual è il capo che hai cucito a cui sei più legata? E il capo più difficile che hai cucito?

Il capo a cui sono più legata è sicuramente il vestito cucito per il matrimonio della mia migliore amica, che è stato anche il più difficile da fare. Mi trovavo all’estero quando ho saputo del matrimonio e ho subito cercato un atelier dove poter usare le macchine da cucire. Mate di @ateliergranada si è rivelata non solo una fonte di strumenti fisici ma anche di insegnamenti. Abbiamo riadattato sulle mie misure un cartamodello (Robe Negara di Pretty Mercerie) e fatto mille tele di prova. Sono tornata in Italia e ho cercato con gran fatica la stoffa giusta, ovviamente fluida e scivolosa. Avendo fatto abbastanza modifiche al cartamodello, dovevo un po’ cavarmela da sola con le istruzioni ma testarda e con l’aiuto delle ore della notte l’ho finito due giorni prima dell’evento. 

Il Vestito più difficile che Alessandra ha cucito, quello per il matrimonio della sua migliore amica.

Quando e dove cuci?

Di solito cucio nel weekend, posso dedicare più ore di seguito, a volte la sera ma il rischio di fare le ore piccole è sempre alto. In questi anni ho cucito un po’ ovunque e cambiando posto della casa anche più volte durante la giornata a seconda delle necessità della famiglia. Ma ora ho “Una stanza casa tutta per me” (semicit.) dove vivo col mio compagno. Avrei la stanzetta degli ospiti dove cucire, ma mi sento troppo isolata, allora -e so che molte mi odieranno- la snobbo e trasloco spesso nella sala da pranzo quando si può.

Quante e quali macchine hai?

Ho una Husqvarna Viking H Class E20 meccanica regalatemi dai miei che va una meraviglia. Ma ho imparato su una singer elettrica di quelle da offerta del supermercato (fun fact: credevo non funzionasse bene, si inceppava spesso. Ora Credo che il problema fossi io nel 70% dei casi).

Un aneddoto divertente: nel mio ultimo trasloco da Italia a Spagna non sapevo come inviare la macchina da cucire in modo sicuro. Alla fine ho scoperto che aveva le dimensioni perfette per passare come bagaglio da mettere sotto il sedile. Ho inviato i vestiti in un pacco e portato la macchina come “borsetta” a mano (non lo fate non sono sicura sia premesso).

Scegli prima il tessuto o il cartamodello?

Risposta banale ma: dipende. Trovo però difficilissimo trovare la stoffa che ho in mente per alcuni capi, posso perderci mesi a cercarla e non convincermi mai. Forse meglio fare viceversa col rischio di sommergersi di stoffe.

Il Cappotto Magnesium di Ivanne S che Alessandra si è cucita

Cartamodelli in taglie o disegni tu i tuoi capi?

Nooooo assolutamente li compro. Per ora trovo la modellistica una scienza complicatissima, invidio molto voi che la capite e mi maledico ogni volta che provo a copiarmi un capo.

La salopette Constance di Fibre Mood che Alessandra si è cucita

L’errore di cucito più clamoroso e la lezione che hai imparato?

Eh bella questa: dei pantaloni che ho ribattezzato “pantaloni da in piedi” . Avevo preso un Lino bellissimo non elasticizzato, volevo copiarmi dei pantaloni estivi, ma non ho tenuto conto che ci doveva passare il sedere e che dovevo ricopiarlo tenendo l’elastico tirato. Morale: ci entravo ma non mi ci potevo sedere. Ma è solo uno di tanti.

Cuci solo per te o anche per altri?

I miei nipoti sono dei fortunati fruitori (o forse cavie dice mia sorella) della mia arte fin dall’inizio, anche se poi ho un po’ smesso perché crescono troppo in fretta! Ho poi cucito qualcosa per il mio compagno e mia sorella.

La Blouse Giulia di Mondial Tissu cucita in tempo record pre vacanze

In cosa il cucito ti ha cambiato la vita?

Cambiato proprio la vita no, però ho imparato tantissime cose, tipo quanta stoffa occupa una manica! Scherzo. Mi ha insegnato che è bello avere qualcosa a cui tornare sempre, che è bello immaginare i nuovi progetti e poi vedere realizzato e indossato qualcosa fatto da me. Mi ha insegnato che fare e disfare è comunque fare, che si può rallentare e dedicare alle cose il tempo giusto, che si può lasciar andare la smania di fare. Mi ha insegnato che ci si può riappropriare di passatempi e mestieri considerati passati e rivoluzionarli.

Da quando cuci è cambiato il tuo modo di fare acquisti/shopping? Se sì come?

Sì in molti aspetti. Controllo meglio rifiniture, tessuti e filati nei capi che voglio comprare, e quasi sempre poi non li compro. Poi ogni volta penso “ma questo me lo posso fare io!”, quindi non compro nulla, quindi è quattro anni che non cambio vestiti perché poi -spoiler- non c’è mai tempo di fare tutto quello che si vuole.

La gonna Claudie Fibremood che Alessandra si é cucita per la discussione di dottorato.

Hai notato differenze nel mondo del cucito tra Italia, dove vivevi, e Spagna?

Qui ho l’impressione che il cucito sia più sociale e che se ne faccia di più. Solo nella mia via ci sono: due mercerie, due negozi di tessuti e udite udite un meccanico di macchine da cucire! Inoltre ci sono tanti aterlier che offrono corsi e non ho fatto fatica a trovare spazi di co-sewing quando ne ho avuto bisogno. E’ vero che vivo nel sud della Spagna, e in Italia vivevo in una grande città del nord, ma qui sento che sia un hobby più vivo e più vissuto.

Che consiglio/consigli daresti a chi vuole iniziare a cucire?

BUTTATEVI a braccia aperte!  Forse sarà una spanciata ma è rivoluzionario! Ad oggi si può sperimentare e divertirsi con le mille risorse online. Iniziate con quello che avete, non serve avere tutto l’occorrente perfetto, sperimentate! E poi ci sono i video corsi per principianti o i cartamodelli con videotutorial, investite in quelli.

Alessandra indossa la Etty Camisole di TammyHandmade

Qual è il tuo prossimo progetto di cucito?

Mi piacerebbe fare qualcosa di lingerie, cercherò un kit con tutti i materiali già dentro però, se no troppa fatica (anzi se ne avete da suggerirmi ben venga).


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