La storia di cucito di questo mese è quella di Dorotea Panzarella @dorotea_ . Dorotea è una industrial designer specializzata nel design del giocattolo, lavora come libera professionista e ha iniziato a cucire durante il lockdown del 2020 per necessità: doveva accorciare una gonna che aveva acquistato online.
Ecco la sua storia di cucito, buona lettura! 🤗
Ciao, presentati!
Ciao, mi chiamo Dorotea Panzarella, ho 39 anni, abito a Treviso ma sono originaria di Cefalù. Sono un’industrial designer specializzata nel design del giocattolo e lavoro come libera professionista da circa undici anni.
Sono piuttosto curiosa e sempre desiderosa di imparare qualcosa di nuovo anche in ambiti differenti. Cerco di mettere la massima cura in tutto ciò che faccio, certe volte rischiando di essere considerata troppo pignola, ma cerco anche di dare la giusta priorità a ogni cosa e questo mi porta spesso a dover rinunciare al perfezionismo.
Da ragazzina per molto tempo ho desiderato diventare stilista o, meglio ancora, costumista teatrale e passavo i pomeriggi a disegnare costumi ispirati a testi letterari studiati a scuola… poi però ho deciso di iscrivermi al corso di laurea in disegno industriale, pensando che comunque progettare oggetti non sarebbe stato qualcosa di troppo distante dal disegnare abiti, ed effettivamente non lo è.
Inspiegabilmente però per molti anni ho pensato che cucire non facesse per me. Mia madre, che ha lavorato anche come disegnatrice di moda in un’azienda prima che io nascessi, cuce molto bene; a casa avevamo una macchina da cucire Singer del 1933 (quasi) perfettamente funzionante ma il fatto che bisognasse utilizzare il pedale mi faceva desistere dal provare ad utilizzarla.
Come, quando e perché hai iniziato a cucire?
Sono stati tre i fattori che negli ultimi anni mi hanno avvicinata al cucito.
Il primo è stato il desiderio di vestirmi in modo più sostenibile. A partire dal 2017 infatti ho iniziato a scegliere con maggiore attenzione i brand di abbigliamento dai quali acquistare i miei vestiti, ho iniziato anche a selezionare con più attenzione i capi adatti a me, con l’obiettivo di ridurre il più possibile gli acquisti sbagliati.
Ho iniziato ad avere una maggiore consapevolezza riguardo le fibre tessili e anche sull’importanza di riparare o modificare i capi per poterli utilizzare più a lungo.
Il secondo fattore è stato il desiderio di realizzare in prima persona, con le mie mani, qualcosa che fosse stato ideato da me. Quando disegno i giocattoli infatti mi fermo al progetto, la produzione è affidata ad altri e avviene a livello industriale. Poter seguire tutto il processo, dall’ideazione alla realizzazione, era qualcosa che mi mancava e che sapevo mi avrebbe dato una soddisfazione molto molto grande.
Il terzo fattore è stato quello scatenante: la pandemia.
Nel mese di aprile 2020 ho acquistato una gonna online, si trattava di una semplice gonna blu primaverile che mi sarebbe tornata molto utile a maggio una volta che fosse finito il lockdown.
Quando la gonna è arrivata a casa è risultata troppo lunga per i miei gusti e non avendo nessuno a cui chiedere di accorciarla, ho deciso di farlo da sola, senza nessuna esperienza e senza macchina da cucire. Ho guardato qualche tutorial su YouTube, l’ho tagliata e in ben quattro ore ho rifatto l’orlo (terrificante) a mano.
Dopo questa enorme fatica mi sono detta: ”Adesso mi compro una macchina da cucire, così la prossima volta sarà più facile”.
Non essendo per nulla esperta di macchine da cucire, ho direttamente cercato una Singer, il marchio che tutti conoscono.
Ho scelto la “3223 Yellow” perché pur essendo un modello economico e semplice, ha delle funzioni e degli accessori che tornano utili anche in progetti più elaborati. Inoltre l’ho trovata esteticamente più gradevole rispetto a modelli simili con la scocca bianca o bicolore decorata a motivi floreali.
Quando la macchina da cucire è arrivata ho iniziato immediatamente a sperimentare su dei ritagli di stoffa che avevo a casa.
Poi ho deciso di passare a un piccolo progetto e così sono capitata sul canale YouTube “Un Punto alla Volta” e grazie al tutorial di Selene ho realizzato in poco tempo una fascia per capelli che, devo dire, è riuscita anche piuttosto bene.
Questo primo risultato mi ha dato una grande soddisfazione e voglia di continuare.
Dato che eravamo ancora chiusi in casa, ho acquistato online anche i miei primi tre tessuti, questa volta con l’intenzione di realizzare dei capi di abbigliamento.
Mi sono letteralmente buttata in questa avventura, avevo molta voglia di imparare e nessun timore che potesse fermarmi.
Qual è il primo capo che hai cucito? Com’è andata?
Il primo capo che ho realizzato, una volta che sono arrivati a casa i tessuti, è stata una blusa senza maniche in cotone, disegnata a partire da una di quelle che avevo già a casa.
Il risultato è stato buono, era solo leggermente più piccola dell’originale e l’apertura a goccia sul centro dietro non era riuscita proprio perfettamente. Lo sbieco per questa blusa me lo ero ricavato dallo stesso tessuto avanzato e sono tuttora molto soddisfatta di come fossi riuscita ad applicarlo sebbene fosse la prima volta.
Nelle settimane e mesi successivi sono andata avanti così a sperimentare, senza mai utilizzare cartamodelli pronti. Ho persino realizzato un pantalone (con il quale però non ho mai avuto il coraggio di uscire) e una tuta con una lunga cerniera invisibile sul centro dietro, che mi chiedo ancora come abbia fatto a cucire, e per finire mi sono lanciata su asole e bottoni.
Ovviamente erano tutti capi pieni di difetti ma a me questo inizialmente non importava, a un certo punto però mi sono resa conto che non potevo andare avanti solo con l’aiuto dei tutorial e procedendo per prove ed errori, così mi sono iscritta al primo anno della Scuola Sartoriale online del Cucito Cafè, che è stato fondamentale per proseguire con metodo e consapevolezza.
Qual è il capo che hai cucito a cui sei più legata? Perchè?
Sono molto legata a tutti i capi che ho cucito perché ognuno rappresenta una tappa di un percorso.
Dato che devo scegliere, parlerò di quello che rappresenta la mia follia di cucito più grande e che è legato a un giorno speciale.
Nel mese di agosto 2020, io e il mio compagno abbiamo deciso di sposarci. Abbiamo fissato il matrimonio per il mese di novembre (sì, abbiamo fatto tutto nel giro di tre mesi) e, tra una restrizione e l’altra, sono andata a scegliere l’abito da sposa.
Novembre però è un mese abbastanza freddo così io, appena cinque mesi dopo l’acquisto della mia prima macchina da cucire, ho pensato bene di cucirmi da sola una giacca corta in pelliccia sintetica con tanto di fodera!
In questo caso ho acquistato online un cartamodello Burda al quale ho apportato delle piccole variazioni e ricordo di aver chiesto proprio a te, Martina, se fosse difficile cucire la pelliccia perché non avevo minimamente idea di quello che dovevo aspettarmi.
La pelliccia è stata facile da cucire (anche se ho riempito la casa di peletti) la fodera invece non è venuta per niente bene ma da fuori, per fortuna, non si vede.
Pensandoci bene c’è anche un altro capo che mi è rimasto nel cuore, ed è il primo capo realizzato all’interno della scuola sartoriale.
Si tratta di una gonna pantalone in viscosa color verde salvia con grandi pois blu e una fascia in vita, sempre di colore blu, annodata con un fiocco sul davanti.
Nel realizzare questa gonna avevo utilizzato la carta copiativa per riportare la traccia del cartamodello anche sull’altro lato. Purtroppo non sapevo di essere fortemente allergica a una sostanza contenuta nella carta copiativa, così, dopo aver indossato la gonna ho avuto una spaventosa dermatite da contatto. Non ho più avuto il coraggio di indossarla nuovamente perché temevo che anche lavandola, qualche traccia sarebbe rimasta sul tessuto.
A distanza di un anno poi, ho acquistato nuovamente lo stesso tessuto e ne ho realizzata un’altra identica.
E il capo più difficile che hai cucito? Perché è stato difficile?
Quando hai poca esperienza, ogni nuovo capo presenta nuove difficoltà e potrebbe essere considerato il più difficile.
Nel mio caso probabilmente il più difficile, insieme alla camicia di cui vi parlerò dopo, è stato un paio di pantaloni con tasche profilate.
Le tasche sono state l’elemento di difficoltà maggiore anche perché, essendo due, bisogna fare in modo che siano perfettamente uguali!
Quando e dove cuci?
Quando ho iniziato a cucire, cucivo tutti i giorni, in ogni ritaglio di tempo.
Sono andata avanti così, a cucire ininterrottamente per due anni, poi ho rallentato per dedicare più tempo al mio lavoro e adesso cucio occasionalmente.
Ho sempre cucito in quella che io chiamo “stanza polifunzionale”.
È una stanza di casa mia che è anche il mio studio e che in qualche occasione è stata stanza degli ospiti. Tengo la macchina da cucire su un mobiletto basso di colore blu e quando la devo utilizzare la sposto sulla scrivania. La scrivania è molto ampia, tuttavia per il taglio dei tessuti preferisco il tavolo della sala da pranzo.
Quante e quali macchine hai?
Continuo ad avere solo la Singer 3223 Yellow.
Non mi sono pentita di questo acquisto, nella sua semplicità è abbastanza versatile e non mi ha mai dato problemi.
Dato che ultimamente cucio con meno frequenza, non ho intenzione di cambiarla, però acquisterei volentieri una tagliacuci.
Adesso che so cucire poi, mi sono anche riappacificata con la vecchia Singer del 1933 che sta a casa dei miei genitori.
Scegli prima il tessuto o il cartamodello? Cartamodelli in taglie o disegni tu i tuoi capi?
Se vedo un tessuto che mi piace particolarmente, che rispecchia il mio stile e che ha un colore che mi dona, cerco subito di immaginare quale capo potrei realizzarci. Prima di acquistarlo però devo già avere le idee chiare e sapere quanto me ne servirà.
Può capitare anche che io abbia bisogno di un indumento in particolare e allora in quel caso andrò alla ricerca del tessuto più adatto alle mie esigenze.
Acquistando spesso online, qualche volta mi è successo di ricevere tessuti un po’ diversi rispetto a come li avevo immaginati (es. fantasia più grande di quanto pensassi, maggiore o minore fluidità, etc…) e dover rivedere i miei piani.
Non utilizzo mai cartamodelli in taglie standard già pronti.
Come accennavo prima, ne ho utilizzato uno per la pelliccetta indossata il giorno del mio matrimonio e dopo quella occasione ne ho utilizzato solamente un altro.
Come designer, essendo abituata a progettare, amo avere il pieno controllo di ciò che andrò a realizzare, per questo motivo, dopo i primi mesi in cui ho sperimentato liberamente un po’ di tutto, mi sono iscritta alla Scuola Sartoriale del Cucito Cafè.
Sentivo proprio l’esigenza di imparare a disegnare un cartamodello da zero e su misura. Adesso quindi riesco a disegnare in autonomia vari tipi di capi (gonne, pantaloni, bluse, camicie e abiti) e, per le mie esigenze quotidiane, quanto ho appreso è sufficiente… anche se di tanto in tanto mi rendo conto che mi tornerebbe utile qualche ulteriore approfondimento per realizzare anche capi più complessi.
Per disegnare i miei cartamodelli, che all’interno della scuola sartoriale realizzavamo su carta con riga e squadra, adesso utilizzo il software Rhinoceros che conosco da parecchi anni e che impiego quotidianamente per i miei progetti di lavoro. L’utilizzo del software mi permette di essere molto più precisa e rapida di quanto non si possa essere disegnando a mano e mi consente anche di salvare, senza occupare spazio e consumare carta, diverse versioni di un progetto e stampare poi quella che preferisco.
Ho voluto sperimentare un po’ anche con il software CLO3D, ma una volta scaduta la versione di prova ho interrotto. Chissà, magari in futuro mi deciderò ad acquistarne la licenza, probabilmente potrei sfruttarla anche per progetti nel settore del giocattolo.
L’errore di cucito più clamoroso e la lezione che hai imparato?
Fortunatamente non ho mai fatto errori madornali.
Quello più grande è stato l’aver disegnato il listino della mia prima camicia troppo corto, lungo tanto quanto la vela del colletto, di conseguenza non posso abbottonare il primo bottone perché la parte destra e sinistra della vela si andrebbero a sovrapporre l’una all’altra. Indosso lo stesso la camicia, lasciandola semplicemente sbottonata sul collo.
Questo errore ha confermato una cosa che già sapevo ma che per impazienza avevo trascurato di applicare, ovvero che le tele di prova sono importanti, soprattutto quando si ha poca esperienza o si sperimenta qualcosa di nuovo.
Cuci solo per te o anche per altri?
Cucio quasi esclusivamente per me e, salvo rarissime eccezioni, mi dedico solo al cucito sartoriale.
Occasionalmente cucio qualcosa per mia sorella o per altri parenti molto stretti.
In cosa il cucito ti ha cambiato la vita?
Il cucito mi fa apprezzare giorno per giorno il valore dei vestiti che indosso, sia quelli realizzati da me, sia quelli acquistati nei negozi e questo mi porta ad averne maggiore cura, inoltre mi sembra di avere una specie di super potere, perché riesco a rendere concrete (e addirittura indossabili) le mie idee. Cosa non meno importante, il cucito mi ha fatto conoscere tante persone e mi ha fatto riscoprire il piacere di condividere una passione e di supportarsi a vicenda.
Da quando cuci è cambiato il tuo modo di fare acquisti/shopping? Se sì come?
Cambiare modo di fare shopping mi ha avvicinata al cucito ma poi il cucito ha ulteriormente trasformato il mio modo di fare shopping.
Prima ancora di andare nei negozi, mi chiedo se ciò di cui ho bisogno posso realizzarlo da sola e spesso la risposta è affermativa. Noto poi che i vestiti dei negozi non mi soddisfano pienamente perché sono io che mi devo adattare a loro e non loro che si adattano a me. Del cucito invece amo il fatto di poter scegliere tutto: modello, tipo tessuto, colore, etc… ed è bello poter scegliere tessuti di buona qualità anche per capi molto semplici di uso quotidiano.
Spesso, quando entro in un negozio di abbigliamento, adesso lo faccio anche semplicemente per prendere spunto per le mie creazioni o per capire come è stata realizzata una certa rifinitura.
Un libro di cucito che ci consigli di leggere?
Sarò sincera, non ho molti libri di cucito e quindi mi è difficile dare un consiglio.
Per quanto riguarda la narrativa, ho letto con piacere “Il sogno della macchina da cucire” di Bianca Pitzorno. Al di là del racconto, mi ha fatto riflettere su quanto faticoso potesse essere cucire tutto interamente a mano e su come la macchina da cucire sia stata un’invenzione davvero rivoluzionaria.
Potrei consigliare poi un libro molto tecnico fatto davvero bene: LYNDA MAYNARD, Manuale delle tecniche di cucito per l’alta moda, Il Castello.
È un libro per chi ama le rifiniture curate e raffinate e vuole realizzare capi in modo veramente professionale.
Che consiglio/consigli daresti a chi vuole iniziare a cucire?
A chi vuole iniziare a cucire consiglio di non avere timore di sbagliare e di divertirsi a sperimentare a cuor leggero. Poi, cosa fondamentale che spesso all’inizio viene trascurata: stirare ogni cucitura! Questo accorgimento semplifica i passaggi successivi e il capo alla fine risulta molto più bello!
Qual è il tuo prossimo progetto di cucito?
Il mio prossimo progetto di cucito probabilmente sarà una camicia, voglio assolutamente farne una con il listino della lunghezza giusta! Ho due tessuti a casa pronti da utilizzare, già lavati, devo solo sceglierne uno.
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