La storia di cucito di questo mese è quella di Elena aka @elenapensews. Elena lavora full-time in una multinazionale e cuce patchwork da oltre 20 anni, alternando periodi di attività a periodi di stop. Nel 2018 è passata dal cucito creativo al cucito di abbigliamento a seguito di un infortunio che l’ha costretta a letto. In quell’occasione ha rispolverato la sua macchina per cucire e da allora non si è più fermata.
Ecco la sua storia di cucito, buona lettura 🤗
Ciao, presentati!
Ciao, sono Elena, ho 54 anni, sono sposata da 31 e sono mamma di due giovani uomini. Nel cassetto ho un diploma universitario in traduzione e lavoro full-time in una multinazionale. Nel tempo libero cammino tra i campi per immergermi nella natura e tenermi in forma, frequento un corso di Country Line Dance e appena posso, cucio.
Come, quando e perché hai iniziato a cucire?
L’attrazione per il cucito e il riutilizzo delle stoffe risale alle scuole medie, ma ho cominciato a cucire per davvero, innamorandomi più di 20 anni fa del patchwork. Poi, causa lavoro e impegni familiari, mi sono dedicata a questo hobby solo „a singhiozzo“. Questo fino al 2018, quando ho ricominciato a cucire passando però dal cucito creativo all’abbigliamento.
Qual è il primo capo che hai cucito? Com’è andata?
Nel 2018 una brutta frattura a tibia, perone e malleolo mi ha costretta a una lunga permanenza a letto. Mi sono ritrovata con un pantalone del pigiama ridotto a brandelli a furia di indossi e lavaggi; ma era così comodo che ne volevo uno identico. In un angolo dimenticato dell’armadio ho ritrovato un pezzo di cotone americano per patchwork, l’ho lavato, ci ho appoggiato sopra il pantalone consunto per clonarlo. Ho rispolverato la macchina per cucire e… voilà, è riscoccata la scintilla!
Qual è il capo che hai cucito a cui sei più legata? Perché?
Emotivamente sono legata proprio a questo pantalone del pigiama in cotone americano, perché rappresenta l’inizio di questa splendida passione che mi permette di esprimere creatività e manualità, e mi dà grandi soddisfazioni.
E il capo più difficile che hai cucito? Perché è stato difficile?
Sicuramente il mio primo (e per il momento unico) jeans a 5 tasche. E‘ stato difficile perché per me è stato un concentrato di prime volte: la prima volta per le impunture a contrasto, per il tessuto così spesso e pesante, per la cerniera con patta, per una vestibilità così aderente, per il bottone metallico da applicare con il martello… Senza il tutorial passo passo non ce l’avrei mai fatta. Finito questo progetto ero talmente stanca che non ho cucito per qualche mese.
Quando e dove cuci?
Cucio per lo più nei fine settimana e durante le ferie. Il mio sogno è una stanza per il cucito, ma al momento mi devo accontentare del pavimento del soggiorno (per il disegno dei cartamodelli e il taglio della stoffa), di una scrivania con le mie macchine (per la fase di cucito vero e proprio). Non avere un angolo dedicato rende tutto più impegnativo: ci si deve spostare da una stanza all’altra con tutto l’occorrente, si deve “apparecchiare e sparecchiare” all’inizio e alla fine di ogni sessione. Per questo motivo, se si ha solo una mezzora o un’ora di tempo, non si comincia neppure. Avere un luogo dedicato, invece, mi permetterebbe di fare sessioni di cucito anche brevi.
Quante e quali macchine hai?
Ho due macchine per cucire, una JANOME QC 6260 del 2004 e una piccola JANOME JS1008LE del 2007. Nel 2018 ho comprato una tagliacuci entry-level, non ero sicura che mi servisse e non volevo spendere molto; ho preso una SINGER 14SH654 che ha dato una svolta alla qualità delle mie rifiniture, soprattutto dopo il corso di Martina “Impara a usare la tagliacuci” sulla piattaforma CUCITO ESPRESSO.
Scegli prima il tessuto o il cartamodello? Cartamodelli in taglie o disegni tu i tuoi capi?
Mi innamoro prima del cartamodello: mi affascina la “geometria” del capo, i volumi, i tagli. Finora ho sempre utilizzato i cartamodelli delle riviste e quelli in pdf acquistati online o scaricati gratuitamente. Qualche settimana fa, però, ho disegnato per la prima volta il cartamodello del pantalone base utilizzando le mie misure e ho realizzato la tela di prova: sono entusiasta del risultato, perché finora I miei tentativi di modifica dei cartamodelli per pantalone non hanno mai dato risultati brillanti in termini di vestibilità. Con qualche modifica potrei aver realizzato una base pantalone su misura per me e, chissà, potrei appassionarmi anche alla modellistica…
L’errore di cucito più clamoroso e la lezione che hai imparato?
Faccio almeno un errore clamoroso per ciascun progetto. Per “errore clamoroso” intendo uno di quelli che ti costringono a scucire tutto o quasi, oppure un errore che hai già fatto una o più volte e ti fa dubitare delle tue capacità… Gli errori, a mio modo di vedere, a volte insegnano, a volte ti mettono di fronte a un limite per il quale hai bisogno di un aiuto esterno (un tutorial ben fatto, un testo specifico oppure un corso).
Cuci solo per te o anche per altri?
Cucio prevalentemente per me; è molto più facile perché posso provare e riprovare il capo mentre lo realizzo. Però ho cucito qualcosa (molto poco, in verità) anche per la mia mamma e per i miei figli. In famiglia sono ovviamente il punto di riferimento per orli e modifiche di abbigliamento acquistato in negozio. Devo ammettere che queste attività apparentemente noiose e meno creative mi hanno insegnato molto in termini di tecniche di cucito e di costruzione dei capi.
In cosa il cucito ti ha cambiato la vita?
Come ho letto da qualche parte “cucire è il mio superpotere”. Quando taglio l’ultimo filo dell’ultima rifinitura, indosso la mia opera e mi guardo allo specchio, è magia pura: lo stupore nel vedere il risultato della mia manualità e la soddisfazione nell’indosso sono impagabili. Non solo: il cucito è l’ambito in cui posso esprimere la mia creatività, affrontare sfide sempre nuove e superare i miei limiti.
Da quando cuci è cambiato il tuo modo di fare acquisti/shopping? Se sì come?
Da quando cucio, i miei acquisti di vestiario si sono ridotti drasticamente. Da una parte sono molto più consapevole dell’impatto ambientale dell’industria dell’abbigliamento, dall’altra quando vedo un capo in negozio, mi dico “lo posso fare anch’io, con tessuto di qualità e finiture migliori”, quindi non lo compro. Spesso, però, non riesco a trovare il tempo per realizzare quel capo, di conseguenza mi ritrovo a sfruttare al meglio quello che ho già nel mio guardaroba.
Un libro di cucito che ci consigli di leggere?
Sono autodidatta e quando devo realizzare un indumento da cartamodelli tipo Burda, che hanno spiegazioni ridotte all’osso, la consultazione di testi per tecniche di sartoria e cucito è fondamentale. “The Sewing Book” di Alison Smith e “Manuale di Cucito Burda Style” sono testi a cui ricorro di frequente, oltre alle risorse online (tutorial su YouTube, blog sui siti specializzati). Con la menopausa e i conseguenti cambiamenti del mio corpo, ho cominciato ad avere qualche problema di vestibilità e mi sono avvicinata alla modellistica: “The Fitting Book” di Gina Renee Dunham e “Metric pattern Cutting for Women’s Wear” di Winifred Aldrich sono i testi che ho scelto per il mio approfondimento, ma al momento devo ammettere che questi testi sono di livello troppo avanzato per me.
Che consiglio/consigli daresti a chi vuole iniziare a cucire?
Cucire i propri vestiti è molto più semplice di quanto si possa immaginare. Le risorse gratuite online (come cartamodelli in pdf e tutorial, ma non solo) permettono di avvicinarsi a questa attività anche senza enormi investimenti iniziali. Se poi ci si appassiona, si possono acquistare strumenti e forniture poco alla volta, si possono frequentare corsi online e dal vivo e raggiungere il livello desiderato (dall’hobby alla professione).
Cucire è un’avventura creativa che riserva difficoltà e fallimenti, ma anche soddisfazioni inaspettate e impagabili. Le parole che associo più di frequente a questa mia passione sono “superpotere” e “magia”.
Qual è il tuo prossimo progetto di cucito?
Un gilet con cartamodello “Joy Woven Vest” di Style Arc, non ho resistito alla tentazione di un capo trendy. La sfida tecnica per me sarà la vestibilità, non ho mai cucito un capo sartoriale come il gilet e credo di aver bisogno di modifiche; quindi dovrò cucire un capo di prova e modificare il cartamodello.
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