La storia di cucito di questo mese è quella di Giulia di @gb_madeit . Giulia è logopedista e durante il lockdown del 2020 ha imparato a cucire a macchina e ha aperto il suo blog e il suo profilo Instagram di cucito, maglia e uncinetto . Ecco la sua storia! 🤗
Prima della storia di Giulia, una piccola nota di ringraziamento per tutte le persone che hanno partecipato a Storie di cucito in questi tre anni, è stato un onore e un piacere pubblicare le vostre storie. Con questa di Giulia sono 36, qui le trovi tutte.
Questa sarà l’ultima storia di questa rubrica, che ho davvero amato tantissimo, ma che è arrivata alla sua conclusione (almeno in questa modalità mensile). Grazie di cuore a chi ha partecipato e a chi ha letto tutte queste storie. Spero siano state di ispirazione per voi, come lo sono state per me!
Buona lettura!
Ciao, presentati!
Ciao sono Giulia, ho ventisette anni e vivo in provincia di Cremona con un coniglietto ariete che si chiama Panza. Il cucito è una delle mie più grandi passioni, ma nella quotidianità faccio la logopedista in un servizio territoriale di Neuropsichiatria Infantile. Dal 2020 ho aperto il mio sito internet (www.gbmadeit.it) e il mio profilo instagram interamente dedicati alle arti manuali (cucito, maglia, uncinetto), due piccole “isolette felici” dove nessuno vi giudicherà per i vostri errori, ma anzi sarà terreno fertile per lo scambio di nuove idee.
Come, quando e perché hai iniziato a cucire?
Mi sono laureata in logopedia nel dicembre 2019, ma purtroppo a febbraio 2020 la situazione di lockdown mi ha impedito di iniziare finalmente il lavoro per il quale ho studiato per tanto tempo. Un po’ per gioco, un po’ per sfida, mi sono avvicinata alla vecchia macchina da cucire di mia nonna provando a realizzare, con scarso successo, mascherine di tessuto. Da lì in poi non mi sono più fermata e ogni nuova creazione, oltre che decisamente più raffinata, è diventata per me una sfida!
Voglio pensare che creare il mio blog abbia rappresentato una forte risposta di resilienza alla situazione di isolamento a cui la pandemia ci ha costretto e che, nonostante tutto, sia stato soprattutto un modo per riconnettersi e rafforzare le vecchie tradizioni di famiglia.
Qual è il primo capo che hai cucito? Com’è andata?
Il primo capo che ho provato a cucire è stata una t-shirt. Andava tutto a gonfie vele fino a quando nell’unire la parte davanti con quella dietro non ho previsto lo spazio di inserimento delle maniche realizzando così uno splendido sacco. Ho dovuto indossarlo per accorgermi dell’errore, rido ancora ora se ci penso.
Qual è il capo che hai cucito a cui sei più legata? Perchè?
Affettivamente forse il completo gonna e blusa realizzato per la laurea del mio ragazzo. Mi ha aiutato molto a distogliere l’attenzione dalle impercettibili imperfezioni che vedevo e ad accogliere positivamente i complimenti rispondendo orgogliosa “Sì, l’ho fatto io!”.
Quando e dove cuci?
Fortunatamente sono riuscita a ritagliarmi un piccolo spazio nel seminterrato di casa. Gli ingredienti fondamentali sono musica a tutto volume per trovare la giusta ispirazione e qualche coccola al mio coniglietto tra una pausa e l’altra. Cucio prevalentemente nel weekend, ma a volte per rilassarmi mi sono concessa anche qualche sessioni serali post lavoro.
Quante e quali macchine hai?
La prima macchina avuta è stata una Necchi meccanica modello base, ben presto però ho capito che le funzionalità che possedeva non riuscivano a stare al passo con le mille idee che mi frullavano per la testa. Nel 2022 ho deciso di fare il salto di qualità acquistando una PFAFF expression 710 che finalmente ha realizzato tutti i miei desideri, primo tra tutti semplificarmi la cucitura dell’ecopelle, un materiale che amo. Da qualche hanno ho due tagliacuci che mi vengono in soccorso per le rifiniture dei capi: una singer S010L e la Admire 1000 che sto utilizzando per dei progetti in collaborazione con PFAFF.
Scegli prima il tessuto o il cartamodello? Cartamodelli in taglie o disegni tu i tuoi capi?
Ahimè scelgo sempre prima il tessuto (con l’inconveniente che molti restano parcheggiati in attesa del cartamodello giusto). Principalmente scelgo cartamodelli in taglie, ma mi piacerebbe molto disegnare anche qualcosa su misura. E’ sicuramente uno degli obiettivi per il 2025!
L’errore di cucito più clamoroso e la lezione che hai imparato?
Il jersey è stato (prima dell’arrivo della tagliacuci) il mio punto debole. Difficilmente imbastisco prima di cucire, per pigrizia, ma con lui difficilmente si scappa! Da quell’esperienza ho imparato a dedicare il giusto tempo alle cose e a considerare ogni passaggio non come perdita di tempo, ma come valido alleato.
In cosa il cucito ti ha cambiato la vita? Da quando cuci è cambiato il tuo modo di fare acquisti/shopping? Se sì come?
Il cucito mi ha insegnato ad essere me stessa ed esprimermi anche attraverso il mio modo di vestire autoproducendomi tutto ciò che la mia mente può immaginare. Da questo è derivato sicuramente un cambio radicale nel mio modo di fare shopping: fatico ad acquistare un capo senza prima aver controllato la fattura delle cuciture o la composizione dei materiali. Spesso capita anche che una volta decisa lo lasci comunque in negozio al grido di “questo me lo faccio da sola!”. Risultato? Molti meno capi nell’armadio, ma molta più soddisfazione per l’ambiente.
Un libro di cucito che ci consigli di leggere?
Il sogno della macchina da cucire di Bianca Pitzorno. E’ un libro narrativo facile e scorrevole che ti porta con la mente in altri tempi, quelli in cui anche il lavoro delle sartine adesso messo in secondo piano occupava una posizione di spicco nella società.
Che consiglio/consigli daresti a chi vuole iniziare a cucire?
Non scoraggiatevi e non focalizzatevi troppo sulle rifiniture! Solo con determinazione e tenacia ciò che oggi può sembrare impreciso in futuro diventerà una vera e propria opera d’arte.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
L’obiettivo futuro di GBMadeIT è quello di avvicinare il più possibile ragazz* della mia età al mondo del cucito creando una community che possa sperimentare in prima persona il senso di auto-efficacia attraverso la condivisione social di tutorial e workshop dal vivo. E’ il momento di scardinare il pensiero che questo hobby sia dedicato solo alle nonne: siamo tant*, siamo frizzanti e vogliamo farci sentire realizzando un mondo da colori e che rispecchi finalmente la nostra personalità senza aver l’obbligo di affidarsi all’omologazione che tutti i giorni ci propongono le grandi catene di fast fashion. Sicuramente sarà un 2025 carico di novità!
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